Leggende Faerie d’Italia | Ep. 2 — Figlie dell’Acqua e del Bosco: Le Anguane delle Alpi

Leggende Faerie d’Italia | Ep. 2 — Figlie dell’Acqua e del Bosco: Le Anguane delle Alpi

Nel fitto intreccio delle leggende delle Alpi italiane vive una creatura al contempo seducente e sfuggente, magica e inquietante: l’anguana. Nota anche con decine di nomi diversi — agana, subiana, gane, vivana, pagana, acquana, longana — questa figura mitologica è una delle più ricche e stratificate del folklore alpino e prealpino del Triveneto, delle Dolomiti, della Lessinia e perfino della Lombardia e della Romagna.

Le anguane, le mitiche creature dei filò – Storia e Arte veneta

Creature delle acque, vestigia di culti antichissimi

Le anguane sono strettamente legate all’acqua: abitano sorgenti, fonti, ruscelli, grotte umide e specchi d'acqua nascosti, e in molti racconti proteggono i pescatori o le fonti stesse, dispensando fortuna e benessere a chi sa rispettarle. Ma la loro presenza non è sempre benevola: se offese, ingannate o irrispettosamente invocate, possono portare disgrazia, sventure o costringere chi le incontra a compiere gesti assurdi e infiniti — come riempire con l’acqua un cesto di vimini.

La loro origine sembra affondare in epoche remote, probabilmente nei riti sciamanici e animistici dell’Europa precristiana. Secondo alcune etimologie, il termine anguana deriverebbe dal latino anguis (serpente), e queste donne semidivine — spesso metà umane, metà pesce o rettile — ricordano da vicino altre “signore delle acque” della mitologia europea: le ondine, le rusalki slave, le melusine francesi.

Un mito dalle mille forme: dalle Dolomiti alla Laguna

Le storie che parlano di anguane sono capillarmente diffuse in tutto il nord-est italiano. Se ne trovano testimonianze a:

  • Canzo, in Lombardia, dove si celebrava un culto presso il Cèpp da l’Angua durante la festa della Giubiana;

  • Campofontana, in Lessinia, dove vivevano in una grotta dietro il Sengio Rosso;

  • le valli friulane e carniche (come Val d’Arzino, Val Tagliamento, Valli del Natisone), dove il loro mito si fonde con quello delle krivapete, spiriti montani dalle fattezze deformi;

  • le valli ladine dolomitiche, dalla Val Gardena al Fodom, dalla Val di Fassa fino all’Ampezzano, dove le anguane entrano anche nella Saga dei Fanes, celebre ciclo mitologico delle Dolomiti.

Non mancano toponimi che le ricordano: l’Anguan-tal (valle dell’anguana) a Campofontana, numerosi Buso dell’Anguana (caverne o anfratti) in provincia di Vicenza, oppure massi e rupi a loro dedicati. La loro memoria è scolpita nei luoghi, nei riti, nei nomi.

Anguana - Wikipedia

Aspetto incerto

Come molte figure del folklore, anche l’anguana cambia volto a seconda della tradizione locale. In certi racconti è una splendida fanciulla dai capelli d’oro, vestita di bianco o con abiti vivaci color arancio e rosso; in altri è una vecchia scarnita e inquietante. Sempre, però, cela un segreto: tratti non umani — piedi palmati o caprini, gambe squamate, una schiena cava — che nasconde sotto muschio, corteccia o abiti larghi.

Talvolta il suo canto è melodioso, altre volte si ode un urlo stridente: sigàr come n’anguana, si diceva un tempo in Veneto. In alcune varianti è persino una seduttrice mortale che trascina i giovani nell’acqua, facendo loro il solletico fino all’annegamento — come le rusalki.

Tra dono e maledizione: i saperi rubati alle fate

Curiosamente, molte storie raccontano che le anguane abbiano insegnato agli uomini mestieri fondamentali: la filatura, la caseificazione, perfino la lavorazione del vetro o la produzione del sale. Ma gli uomini, si sa, dimenticano facilmente. Quando rompono il patto o mancano di rispetto, l’anguana si offende e scompare, portando via con sé quel sapere prezioso.

Questo tema del “dono negato” si ripete spesso nelle fiabe europee: la creatura magica si allontana per sempre, e l’umanità resta priva della sua arte.

Dal culto al folklore: l’Anguana e il Cristianesimo

L’immaginario dell’anguana ha attraversato i secoli trasformandosi. Nei territori ladini e cimbri, così come nella Carnia friulana, la si venerava ancora nei secoli tardi del Medioevo. Il passaggio dal culto pagano alla demonizzazione cristiana è avvenuto probabilmente in seguito al Concilio di Trento, quando le divinità minori e i culti ancestrali vennero reinterpretati come manifestazioni del diavolo.

La dea delle acque divenne strega, o almeno spirito inquieto, come accadde per molte altre figure femminili della tradizione popolare.

Bus dele Anguane – Visit Fai della Paganella il punto di vista della natura

Una triade dimenticata di fate d’acqua

Le anguane, spesso rappresentate in forma triadica (tre sorelle, tre fate, tre donne vestite di luce), rispecchiano uno dei più antichi archetipi del sacro femminile. Dominano il tempo e la natura, vivono in luoghi remoti e accessibili solo a chi sa affrontare prove iniziatiche. Sono madri, amanti, guide o nemiche, a seconda del comportamento degli umani.

Questo le collega direttamente a figure simili in tutto il continente: la melusina francese, le fate madrine, le sirene del sud, le valchirie nordiche. Ma a differenza delle creature più note della mitologia greca o germanica, le anguane portano con sé un paesaggio preciso, una geografia culturale, fatta di pietre, acque, parole dialettali, e legami tra il corpo e la montagna.

Anguane a Montorso Vicentino per “Veneto spettacoli di mistero”

L’anguana è uno specchio d’acqua in cui l’identità delle comunità alpine si riflette da secoli: incarna il timore reverenziale per la natura, la tensione tra il pagano e il cristiano, il mistero del femminile, la nostalgia per un sapere dimenticato. Non è solo folklore: è memoria viva, stratificata e ancora presente nei nomi dei luoghi, nei detti, nei canti popolari e nei rituali.

Nel suo volto si mescolano le antiche dee dell’acqua, le madri della terra, le fate e le streghe, le amanti e le ribelli. Forse è per questo che l’anguana non muore mai: perché ogni volta che ascoltiamo il rumore di un ruscello, un’eco antica ci ricorda che là, forse, qualcosa di magico ancora ci osserva. 🩵

Questa è la seconda tappa del nostro ciclo dedicato alle “Leggende Faerie d’Italia” — un viaggio tra fate, spiriti, streghe e creature incantate della nostra tradizione popolare. Alla prossima storia...

Torna al blog

Lascia un commento